Augusta: reti e diossine. Arpa Sicilia, “precisazione” o silenziatore? ERROR404.ONLINE di Scritto mercoledì, 22 Novembre, 2023 22:23 AUGUSTA – Tre rilevatori di diossine per tutta la Sicilia, campionamenti in ritardo per l’incendio delle plastiche stoccate alla Ecomac, modelli statistici che individuano solo la direzione di provenienza dei miasmi industriali senza poter spiegare chi li produce. Ma l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha davvero seri problemi strutturali, per tutti i necessari rilevamenti nel Petrolchimico di Priolo? O la Regione cerca di mettere il silenziatore alle sue dirigenti, che li avevano sostanzialmente denunciati nell’incontro pubblico del 16 novembre con Stop veleni? A far venire il dubbio è stata una vaga “precisazione”, arrivata in redazione il 22 novembre. “Egregio direttore, in riferimento all’articolo a sua firma:’Augusta: puzze, diossina e Arpa senza fondi per riparare rete aria‘, suggeriamo di confrontare quanto da lei scritto con quanto in realtà è stato presentato nel corso dell’incontro, visionabile grazie allo streaming realizzato per l’evento. L’Agenzia rimane a disposizioni per ulteriori delucidazioni. In allegato il comunicato stampa inviato a seguito dell’evento”. Il citato documento, su “Molestie olfattive nel Siracusano: il report, il Nose ed il confronto ad Augusta”, però sintetizza solo le relazioni presentate nel salone comunale. Senza sfiorare le vere questioni emerse dal dibattito e riportate nella cronaca oggetto di ambigua “precisazione”. PER APPROFONDIRE: Augusta: puzze, diossina e Arpa senza fondi per riparare rete aria Molestie-olfattive-nel-Siracusano-1Download Comunicato stampa ammette: da settembre al Nose metà delle segnalazioni di tutto il 2022. Il comunicato stampa racconta infatti del professore Paolo Bonassoni, dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima, che in video collegamento da Bologna ha dato i numeri sul progetto di Citizen science applicato nell’Aerca di Siracusa. Dall’avvio nel 2019, quanti “si sono registrati a Nose sono 4.636, mentre il numero di segnalazioni ricevute dal suo avvio sono state oltre 17.000”. Tuttavia la vera notizia è solo accennata. “Da settembre Nose ha ricevuto oltre 2.000 segnalazioni, quasi la metà di quelle registrate in tutto il 2023″. Cioè, negli ultimi due mesi c’è stato un picco di puzze industriali mai avuto prima. Problemi agli impianti petrolchimici? Il virgolettato non affronta il tema su chi, o cosa, ha scatenato gli alert. Anzi, parla di un “loro preoccupante aumento in questi ultimi mesi dovuto probabilmente ad una maggior sensibilizzazione di chi abita il territorio”. Anche se en passant deve ammettere “un intensificarsi di eventi emissivi segnalati e monitorati da Arpa”. Tanto che “le emissioni odorigene avvertite dai cittadini sono state segnalate o denunciate alle autorità competenti”. PER APPROFONDIRE: Augusta, l’Arpa: nube di Pasquetta non è industriale, diossine non cercate A Melilli e Città Giardino superata la “soglia olfattiva” per pericolosi inquinanti. sopra, l’incontro pubblico di Arpa Sicilia sulla qualità dell’aria.copertina e sotto, l’incendio Ecomac. Che postare allarmi sul sito Nose non sia una nuova “moda” fra i residenti dell’hinterland industriale, lo conferma Anna Abita. La direttrice della “Uoc Qualità dell’aria” ammette che “i conseguenti approfondimenti analitici effettuati da Arpa Sicilia, hanno evidenziato diversi eventi in cui si sono rilevati superamenti della soglia olfattiva”. Si parla di sostanze come l’idrogeno solforato, nonché di “isobutilmercaptano e tetraidrotiofene“ rilevati a Città Giardino. E di “un anomalo incremento della concentrazione oraria” di anidride solforosa, monitorato a Melilli il 13 aprile. “Spesso inoltre si registrano superamenti della soglia di riferimento oraria per gli idrocarburi non metanici e il benzene“. La dirigente regionale conclude la sua dichiarazione nel comunicato stampa, dicendo che l’Agenzia fa del suo meglio “malgrado le esigue risorse umane disponibili”. Ma non solo quelle, evidentemente. Perché quando si parla delle diossine (minutaggio 2.20.27), sprigionate dai depositi di plastica bruciati nell’incendio all’impianto di smaltimento Ecomac, viene testualmente ammesso che hanno “trovato delle concentrazioni elevatissime“. Quante? Il dato non emerge. Nè al microfono, né a dibattito concluso, quando il cronista chiede di approfondire insieme alla portavoce di Stop veleni. Le dirigente di Arpa non si esprime nemmeno sulla domanda se fosse stata superata la soglia limite, fissata dalla legge perché rischia di provocare il cancro. E non è l’unica criticità emersa dal dibattito, a non trovare spazio nel rassicurante comunicato stampa finale. PER APPROFONDIRE: Incendio Ecomac Augusta: finisce in Procura il disastro annunciato Diossine non rilevate su Augusta durante incendio Ecomac:”In Sicilia solo 3 campionatori”. La densa nube nera sopra il porto, quel 22 agosto 2022, era in balia di venti temporaleschi che a un certo punto hanno spirato verso Augusta. Eppure, quando alla prima “tranquillizzante” versione del cartone incenerito è seguita quella più allarmante delle plastiche bruciate, i rilevamenti sulle diossine sono scattati a Priolo e Melilli. Distanti fra loro una manciata di chilometri e sulla stessa direttrice del vento, escludendo la seconda città più popolosa della provincia, situata nella direzione opposta. Una dislocazione delle apparecchiature poco logica, sulla quale l’ingegnere ambientale Andrea Tringali ha chiesto spiegazioni durante il dibattito ripreso dallo streaming. La replica di Abita (minutaggio 2.20.35) è spiazzante. “Il fatto di non essere partiti immediatamente, nasce dal problema che bisogna fare un campionamento con campionatori ad alto volume: all’epoca ne avevamo 3 in tutta l’Agenzia. Probabilmente non ne avevamo uno in questa sede, quindi lo abbiamo spostato e perso dei giorni per poterlo installare. Naturalmente ci vuole pure una fonte di energia elettrica“. PER APPROFONDIRE: Incendio Ecomac, diossine 4 volte il limite ma l’Arpa ignora Augusta Valutazione qualità aria senza i dati “bestiali” di Marcellino:”Stazioni industriali non previste”. Cioè, Siracusa ha il più grande polo petrolchimico d’Europa, ma le apparecchiature per le diossine sono sparpagliate nella regione. In un panorama dove la Sicilia ha un terzo del personale ambientale rispetto la Lombardia (minutaggio 2.38.40), tanto che “Nose ha iniziato con 3 unità a tempo determinato e oggi sono zero” (minutaggio 2.39.10). E sui finanziamenti ci sono “difficoltà e incertezza” (minutaggio 2.39.34), tanto che Abita coltiva “dubbi sulla possibilità di indire una nuova gara per il servizio di manutenzione della rete aria” (minutaggio 2.40.00), l’handicap che riguarda il monitoraggio del territorio augustano non si ferma al problema dei campionatori tenuti fuori zona. Né che al momento del bisogno sono piazzati altrove, né che occorrono “giorni” per spostarli, né che sembra esserci persino il problema di dove attaccarli alla corrente. Quando Tringali chiede “perché nel piano di valutazione della qualità dell’ambiente vengono escluse 3 stazioni di Augusta, fra le quali quella di Marcellino che registra valori bestiali, poichè se la escludiamo pare che tutto vada bene”, la risposta è spiazzante. La dirigente Arpa (minutaggio 2.17.50) parla di questa omissione “perché sono state scelte le stazioni più rappresentative dei centri urbani, per fare una maggiore tutela delle aree dove ci sono popolazioni”. Quindi, per una volontà precisa della Regione, “non ci sono stazioni industriali” fra le centraline usate per valutare la salubrità dell’atmosfera. 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